Origini del Pilates
Quello che oggi conosciamo come “metodo Pilates” è una tecnica di allenamento che prende il nome dal suo ideatore, Joseph Hubertus Pilates.
Il vero nome che Pilates attribuì al suo metodo fu Contrologia, in quanto permetteva alla mente di assumere il completo controllo e avere la perfetta padronanza del movimento del corpo.
I Primi anni
Joseph Hubertus Pilates nacque il 9 dicembre 1883 in un piccolo paesino tedesco chiamato Mönchengladbach, vicino a Düsseldorf, da genitori di discendenza greca e tedesca; suo padre aveva origine greca e fu un ginnasta pluripremiato in Germania; sua madre, invece, era una naturopata di origine tedesca.
Joseph era una bimbo magro e cagionevole di salute. Infatti, soffrì di asma, rachitismo e febbre reumatica, patologie che lo portarono a sviluppare una muscolatura debole che gli causò alterazioni posturali e anchilosi articolari, con conseguente diminuzione o incapacità di movimento.
Preoccupato dalla possibilità di contrarre la tubercolosi, invece di rassegnarsi alla sua infelice condizione, s’interessò di medicina e studiò attentamente il corpo umano, cercando di scoprire il modo di rinforzarlo e rinvigorirlo attraverso l’esercizio fisico.
Il medico di famiglia gli regalò un vecchio libro di anatomia dal quale iniziò a studiare tutte le parti del corpo.
Allo stesso tempo si dedicò ad uno studio molto attento del movimento degli animali e alla pratica di numerosi sport (culturismo, sci, boxe, ginnastica, diving, yoga, Tai Chi) che, uniti allo studio della biomeccanica del corpo e al corretto uso della respirazione, influirono sulla creazione del nuovo metodo. Inoltre, J.H. Pilates studiò alcune tecniche orientali di rilassamento e concentrazione, nonché i metodi di allenamento dei Greci e dei Romani.
Infatti, egli riteneva che questi due popoli antichi si fossero avvicinati ad un equilibrio ideale tra corpo, mente e spirito.
La determinazione a superare le sue difficoltà a livello fisico fu talmente grande che, a 14 anni, incominciò a posare come modello per le raffigurazioni di carte anatomiche e diventò un grande sportivo.
Gli anni in Inghilterra
Nel 1912, J.H. Pilates si trasferì in Inghilterra per migliorare la sua tecnica come boxeur; lavorò al circo come circense e in una palestra come istruttore di difesa personale e allenatore degli investigatori di Scotland Yard. Nel 1914, essendo diventato una stella circense, viaggiò per tutta l’Inghilterra insieme al fratello, esibendosi in numeri acrobatici dove sembrava “una statua greca vivente”, tale e quale a Eugen Sandow, considerato il padre del culturismo in quegli anni.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale J.H. Pilates si trovava a Lancaster e, a causa della sua nazionalità, fu internato per un anno in un campo di concentramento.
Durante questo periodo non si perse d’animo e s’impegnò ad addestrare gli internati in modo da migliorarne lo stato psico-fisico; iniziò a sviluppare il suo metodo creando una serie di esercizi che potessero essere eseguiti in uno spazio ridotto.
Successivamente, J.H. Pilates venne trasferito in un altro campo sull’Isola di Man, dove lavorò come barelliere in un ospedale.
La situazione fu ancora più drammatica, in quanto J.H. Pilates si trovò a diretto contatto con soldati reduci dalla battaglia e menomati dalle ferite, allettati e bisognosi di cure riabilitative.
In questo periodo della sua vita, J.H. Pilates iniziò a costruire macchinari e attrezzature che potessero servire al recupero fisico dei pazienti, attraverso un sistema di molle che montò sui loro letti.
Sul finire della guerra, J.H Pilates ebbe modo di vantarsi, in quanto una febbre epidemica fece morire 200.000 inglesi, ma nessuno di coloro che si sottoposero al suo training fisico si ammalò.
Il rientro in Germania
Finita la guerra, nei primi anni Venti, J.H. Pilates rientrò in Germania e riconosciutogli il buon lavoro effettuato con gli internati del campo di concentramento gli venne offerto di diventare l’allenatore della polizia militare di Amburgo.
In Germania J.H. Pilates continuò a ideare le attrezzature per la riabilitazione di reduci di guerra per i quali installò delle corde alle estremità del letto e successivamente aggiunse delle carrucole (fu l’inizio dell’origine di due macchine da allenamento Pilates: il Reformer e la Cadillac).
J. H. Pilates divenne molto famoso anche tra i medici poiché, con il suo metodo, otteneva una buona e veloce riabilitazione dei pazienti.
Nel 1925, per la notorietà e per l’efficacia del suo metodo, il governo tedesco gli propose di seguire personalmente il piano di allenamento del nuovo esercito, ma Pilates rinunciò all’incarico perché non condivideva gli ideali politici tedeschi.
Joseph Pilates decise che era tempo di espatriare e andare negli Stati Uniti d’America.
Gli anni a New York
Durante la traversata alla volta degli Stati Uniti, J.H. Pilates conobbe Anna Clara Zuener, una maestra della scuola dell’infanzia, che diventerà la sua seconda moglie.
Nel 1926 aprirono insieme uno studio a New York, al numero 939 della Eighth Avenue di Manhattan. Ballerini, atleti e attori incominciarono ad affidarsi al suo insegnamento. In breve tempo sia la gente ricca e famosa, sia le persone di altre classi sociali iniziarono a conoscere il Metodo pilates.
Nel suo studio J.H. Pilates continuò a perfezionare ulteriormente il metodo e iniziò a lavorare con le macchine create per la riabilitazione (cadillac e reformer), e ne creò altre nuove come la barrel e la chair.
Pilates codificò il programma della tecnica che era incentrata esclusivamente sul Mat Work (termine utilizzato per definire la sezione di corpo libero del metodo) in un manuale che pubblicò insieme a William John Miller, nel 1945, sotto il titolo di Return to Life Through Contrology.
Inserire foto danza e foto Mat work.
J.H. Pilates formò allievi, come Ron Fletcher e Kathy Grant, che a loro volta, dopo la sua morte avvenuta nel 1967, avrebbero diffuso il metodo in America attraverso l’apertura di propri studi. Fu la prima generazione dei suoi allievi a dare al metodo il nome del suo creatore.
In un primo momento lo studio venne gestito dalla moglie Clara con l’aiuto dell’allieva Romana Kryzanowska.
Nei primi anni ’70, essendo Clara ormai ultrasettantenne, la Kryzanowska rilevò lo studio che diresse fino alla morte, avvenuta nel 2013.
Legame storico fra il Pilates e la Danza
La diffusione del metodo Pilates nell’ambito della danza teatrale del Novecento ha prodotto un rapporto destinato a durare fino ad oggi.
Il Pilates si diffuse nel mondo della danza teatrale, sia nell’ambito dei nascenti linguaggi espressivi, ovvero la danza libera centroeuropea e la modern dance americana, sia nell’ambito del balletto classico americano.
Verso la fine dell’ Ottocento il balletto classico è giunto ormai ad una indubbia fossilizzazione a causa dell’ esasperazione virtuosistica ed effettistica.
Ecco che la storia della danza di quest’ epoca si caratterizza per la rottura antiaccademica alla quale si contrappone la ricerca di moduli espressivi originali.
L’ingresso del metodo pilates nel mondo della danza risale ai primi anni ’20, quando, finita la Grande guerra, Joseph Pilates rientrò in Germania e conobbe il coreografo e teorico Rudolph Laban, il quale è considerato il primo grande creatore della danza libera centroeuropea, attraverso la ricerca di un linguaggio di “danza universale” in contrapposizione al linguaggio del balletto classico-accademico.
Sembra che R. Laban sia stato un cliente privato di J. Pilates e che abbia integrato alcune delle sue tecniche nelle sue teorie. Anche la ballerina e coreografa Mary Wigman (allieva e assistente di R. Laban) studiò con J. Pilates e introdusse alcuni dei suoi esercizi nella parte di riscaldamento delle sue lezioni di danza.
Nel 1926 J. Pilates aprì il suo studio a New York, al numero 939 della Eighth Avenue di Manhattan, e divenne subito popolare nell’ambiente della danza, sia classica che moderna, anche perché all’interno dello stesso edificio c’erano scuole di danza e sale prove. Inizialmente cominciarono a praticare il suo metodo i ballerini che infortunatisi necessitavano di cure riabilitative, poi i grandi coreografi come Ted Shawn, Ruth St. Denis, Jerome Robbins, George Balanchine, Marta Graham e Hanya Holm. Martha Graham, la grande madre della modern dance americana, nel 1926 accetta di dirigere la sezione danza della Eastman School di Rochester (New York). In questi suoi primi anni di insegnamento indipendente inizia a creare il nuovo personalissimo sistema di movimento e raccoglie l’insegnamento di pilates nell’ elaborazione della propria tecnica di allenamento. Anche Hanya Holm, allieva di Mary Wigman a Dresda e trasferitasi a New York nel 1931, per aprire e dirigere la succursale americana di Mary Wigman, inserirà gli esercizi di Pilates nelle sue lezioni di danza.
Anche sul fronte del balletto classico il metodo Pilates venne sempre più legittimato: il grande coreografo George Balanchine, che negli anni ’30 ha celebrato l’inizio del balletto classico in America, coincidente con la nascita di un neoclassicismo di marca americana, consigliava ai ballerini di “andare da Joe” perché considerava il suo metodo molto efficace nell’aiutarli a migliorare la loro tecnica grazie al raggiungimento di un adeguato controllo nel movimento corporeo.
Dal 1939 al 1951 Joseph e Clara passarono ogni estate nel noto campo di danza Jacob’s Pillow, nelle montagne del Berkshire, in Massachusetts, proprio perché il metodo era ormai considerato un’ arte intrinseca nell’allenamento di molti rinomati ballerini per rinforzare la muscolatura ed il bilanciamento.
Dopo la morte di J.H. pilates, avvenuta nel 1967, furono soprattutto i suoi allievi provenienti dal mondo della danza a diffondere il metodo in America. Gli “Elders”, insegnanti di prima generazione, sono 10 (Ron Fletcher, Kathy Grant, Romana Kryzanowska, Mary Bowen, Robert Fitzgerald, Eve Gentry, Jay Grimes Lolita San Miguel, Bruce King, Carola Trier), tutti ballerini professionisti tranne Mary Bowen).